Nei primi due secoli dopo Cristo, il mondo conosciuto si trovava unificato dalla politica romana e dalla cultura greca.
L’Impero Romano dominava l’ecumene con la forza delle armi, decretando la pax romana; a sua volta la Grecia, nonostante fosse dominata dai romani, continuava a svolgere la sua influenza attraverso la sua cultura. Il mondo ellenistico-romano era un mondo “globalizzato”, se prendiamo in prestito un termine attuale, salvaguardando senz’altro le proporzioni dovute, o “mescolato” se abbiamo in mente il sogno di espansione verso l’Oriente di Alessandro Magno e di unificazione con l’Occidente. La cosmopolis, vale a dire, il mondo pensato e vissuto oltre i limiti della polis classica, è palcoscenico dell’incontro fra le scuole filosofiche ellenistiche e le religioni provenienti dall’Oriente. È proprio l’incontro tra la filosofia stoica e la religione cristiana a costituire uno degli incontri più importanti in questo periodo della storia.
Tuttavia l’incontro di un sistema filosofico come lo Stoicismo con una religione rivelata come il Cristianesimo è anche un confronto, nel quale l’avvicinamento si farà per mezzo della ricerca di una piattaforma di intesa comune capace di suscitare il dialogo fra parti diverse, ma allo stesso tempo ci sarà un certo allontanamento per segnalare le differenze e per preservare ciò che è proprio dell’identità di ognuno.
Nell’incontro-confronto fra lo Stoicismo e il Cristianesimo, piuttosto che essere preoccupati di costruire grandi sistemi speculativi, cosa che era avvenuta nel periodo classico, i filosofi stoici e i cristiani cercavano innanzitutto un modo di vita che aiutasse i loro adepti ad affrontare i problemi e le paure di allora e a raggiungere la felicità.
Uno dei problemi più seri che si presentava in quel momento, ma che esisteva già da tempo, era appunto quello della divisione del mondo in blocchi secondo il punto di vista etnico, sia per ragioni culturali, sia per motivi religiosi, essendo il passaggio da un blocco all’altro considerato come un tradimento.
La concezione divisionista del mondo in blocchi etnici rimarrà viva ancora nei primi secoli, nonostante il discorso cosmopolita dichiari che tutti gli uomini sono “concittadini del mondo” e non più di una polis ristretta. La permanenza delle barriere etniche, che non sono state superate dal progetto di fratellanza universale concepito da Alessandro Magno, sfiderà i filosofi stoici e i cristiani ad elaborare un discorso che concepisca la solidarietà non come superamento delle differenze culturali e religiose, ma come superamento dell’assolutizzazione delle differenze.
Solidarietà
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